Ron Arad

Magis è speciale, perché Eugenio Perazza è speciale.  Quando cerco di capire come lavora la sua mente, mi rendo conto che lavora come quella di un collezionista, più che come quella di un industriale. Un collezionista molto speciale: anche quando non capisci esattamente quello che vuole, stai certo che lui sa esattamente ciò che vuole.  Ogni singolo pezzo che ho disegnato per Magis doveva essere ‘collezionato’ ed edito da lui.  Ad esempio Folly, del 2013.  Descrisse ciò che voleva: un pezzo lunghissimo stampato in rotazionale.  Lui lo voleva e non c’è stato nulla che io potessi dire.  Provai a parlargli di questa follia, dicendogli che non ero per nulla ottimista circa la riuscita di quell’enorme blocco di plastica stampato in rotazionale. Lui invece era sicuro di sé e insistette.  Lui aveva ragione e io avevo torto. Ne è nato uno dei miei pezzi preferiti, non fosse altro che per tutti i punti a sfavore di un simile progetto.  Questo è un esempio estremo, ma nelle discussioni con Eugenio (e il suo team, naturalmente) hai di fronte qualcuno che ha le idee molto chiare sulle proprie ambizioni e sulla propria visione.  Se si guarda la collezione di Magis, si nota che è diversa da qualunque altra azienda italiana. È Magica.